venerdì 2 febbraio 2018

Un litigio mancato.

Partire da casa per recarsi a lavorare tenendo in considerazione la possibilità che ci possa essere un contrattempo, comporta spesso che al lavoro si arrivi prima del tempo.  
Arrivare prima del tempo al lavoro comporta spesso che per un po’ di tempo si ciondoli con le mani in tasca in attesa di iniziare. Se poi uno fa un lavoro come il mio, il ciondolare può concretizzarsi nell’assistere a episodi più o meno edificanti di vita, comune e non.
Tempo fa, mentre mi trovavo appunto a ciondolare sul marciapiede esterno della Stazione Centrale, ho assistito a un tamponamento. Niente di cruento, qualche danno alle autovetture. 
Dall’auto tamponata sono scesi due giovanotti. Alti, testa rasata, maglietta senza maniche con i bicipiti tatuati bene in vista, naturalmente occhiali da sole. Dall’auto dietro, una specie di gigante con il cellulare già all’orecchio, sigaretta in bocca e atteggiamento del tipo: “a mia m’a po’...”.
Tutti e tre hanno iniziato a girare intorno alle auto, ignorandosi. Dopo un paio di giri uno dei due tatuati ha fatto cenno al gigante di spostare l’auto, visto che il traffico era quasi bloccato; il gigante lo ha bellamente ignorato continuando a telefonare, al che i due hanno spostato la loro. Terminata la telefonata anche il gigante si è adeguato. Insomma, c’erano tutti gli elementi per una bella scazzottata, tant’è che i curiosi, da uno solo che ero io, erano diventati un bel po’.

Quando ormai mi sembrava di sentire anche la musica di Per un pugno di dollari in sottofondo, il gigante mette in tasca il cellulare, esce dal trance e si rivolge ai due antagonisti con un sorriso, tendendo loro la mano dopo aver fatto un gesto di disappunto per la sua sbadataggine. I due sorridono, una pacca sulla spalla e iniziano a discutere normalmente. Mentre guardavo la scena compiaciuto, mi sono reso conto che intorno a me non c’era più nessuno. Cose rriggitane.

© 2018 Pasqualino Placanica (Tutti i diritti riservati)

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